Il cantante milanese Alex Baroni, nella seconda parte degli anni Novanta ha sorpreso critica e pubblico con il suo eccezionale talento vocale, per il quale è stato definito lo Stevie Wonder italiano.
La sua voce black ed il suo modo interpretativo elegante e al contempo intenso, hanno fatto scuola fra le nuove leve che nello stile di Baroni hanno trovato un punto di riferimento.
Una carriera quella del cantante milanese, stroncata precocemente il 19 marzo del 2002 quando Baroni si scontrò in sella alla sua moto con un’auto che compiva un’inversione di marcia in un punto vietato, sulla circonvallazione Clodia, a Roma. La sua agonia durò quasi un mese, per tutto il tempo molti suoi fan si radunarono davanti all’ospedale Santo Spirito, dove morì il 13 aprile.
Dopo cinque giorni di coma si sparse addirittura la notizia della sua morte, rivelatasi poi falsa, filtrata attraverso ambienti vicini al cantante, rilanciata subito dai media e poi involontariamente confermata da un familiare, che avrebbe detto: “Alex è volato in cielo sulla sua moto”. Nei suoi giorni di agonia ci fu un andirivieni di amici e colleghi per testimoniare l’affetto alla famiglia. Ma non solo: si verificò una vera e propria tempesta di e-mail sul sito ufficiale del cantante, in cui i suoi ammiratori espressero dolore e incoraggiamento.
La distanza di un amore: cosa svela il brano pubblicato dopo la scomparsa del cantante.
La distanza di un amore, pubblicato dopo la scomparsa del cantante, è il brano che avrebbe potuto segnare la svolta artistica di Alex e dall’analisi di questo pezzo viene fuori proprio la maturazione che stava intraprendendo il cantante: la sua produzione si stava spostando sempre più su un piano di respiro internazionale.
La distanza di un amore nella sua costruzione e nella modalità interpretativa sposa la tradizione pop: così, pur essendo una creazione totalmente italiana, non ha le caratteristiche tipiche della musica leggera. Anche chi non s’intende tanto di musica sa che molti dei successi dei nostri cantautori si sviluppano su pochi accordi, giri elementari che consentono a chiunque strimpelli un po’ di chitarra di suonare con facilità brani di Battisti o di Vasco, per citare alcuni capiscuola della nostra canzone. E se nel caso della canzone di Baroni la prima impressione che si ha è quella di trovarsi di fronte ad una produzione semplice ed orecchiabile, un ascolto più attento rivela che in realtà il pezzo è pieno zeppo di accordi magistralmente coesi da un arrangiamento in stile etno.
Volendo classificare il brano in un settore di appartenenza, è possibile affermare che il suo stile ricorda quello di Craig David, uno dei re delle classifiche di vendita di tutto il mondo. Musicalmente il brano è in minore, il suo special, invece, apre in tonalità maggiore, o per dirla in termini non tecnici, all’italiana.
Nella seconda parte, il pezzo sale di un tono ed il ritornello arriva, non con un’ulteriore apertura come ci si potrebbe aspettare, ma con una trovata piuttosto rara ( all’epoca della sua pubblicazione) nel nostro panorama musicale: un’involuzione che riporta l’ascoltatore alla prima parte del brano. Il tutto in un contesto estremamente ritmico.
La voce di Baroni morde fino all’ultima sillaba del testo, regalando così al brano una carica di energia che gli consente di non annoiare neppure per un istante. Qui musicalmente siamo in pieno canone internazionale, c’è una grande naturalezza nell’interpretazione, Baroni si muove dentro il pezzo come se fosse un abito su misura per lui.
Per quanto riguarda la parte letteraria de La distanza di un amore, la sensazione che si ha è che possa in qualche modo trattarsi di una storia a tratti autobiografica. Alex Baroni canta la distanza di un amore, ma non di uno qualunque, bensì di una relazione importante, ma probabilmente anche logorante, in cui non basta dire la parola fine per riuscire a dimenticare: insomma, uno di quegli amori che si trasformano in preziosa e dolorosa fonte d’ispirazione.
Canta Baroni: “Sei rimasta dentro me/ nel profondo delle idee / come il pezzo di una vita che non c’è…/ Come un ago nelle vene / o una splendida bugia/ la ferita che, oramai/ non va più via… / E non guarisce mai… / E non mi passa mai… / […]
Ricomincerò da qui / ricomincerò da me / a rifare mille muri adesso che / i tramonti che vedrò / e le canzoni che farai / sono un fuoco che mi brucia come mai / […] Ti vedo come sei e come ti vorrei/ non è lo stesso, sai? / […] Non ti posso perdonare mai!..
Qualcuno all’epoca pensò che fra le parole di questa canzone emergesse chiaro il ricordo e il dolore di Baroni per la fine della relazione sentimentale con Giorgia Todrani. Quel che è certo è che si tratta di un testo scritto in maniera onesta, immediata, senza giri di parole.
Alex Baroni aveva intrapreso la giusta direzione artistica: stava trovando davvero la sua migliore dimensione musicale.
Negli ultimi due decenni, tanti giovani si sono ispirati al suo stile e hanno continuato su quel percorso che il cantante per primo in Italia aveva tracciato. Ma provare a cantare in stile Alex Baroni non è mai cantare come Alex Baroni.
ALEX BARONI- La distanza di un amore