sabato, Aprile 20, 2024

Spettacoli e Cultura

Laura Pausini: la mia nomination all’Oscar un regalo per tutti gli Italiani

“Spero che  la gioia di questa nomination possa essere un regalo per tutti gli italiani, in questo momento di difficoltà che stiamo vivendo”.

In conferenza stampa (su Zoom)  di fronte a giornalisti italiani e stranieri, Laura Pausini racconta le emozioni della vittoria ai Golden Globes, con il brano Io sì/Seen, e della nomination agli Oscar per la “Miglior canzone originale”, sempre con lo stesso brano.

 Io sì/Seen” interpretato da Laura Pausini e scritto dalla stessa Pausini insieme a Niccolò Agliardi e Diane Warren è contenuto nella colonna sonora del film The life ahead/La vita davanti a sé di Edoardo Ponti con Sophia Loren.

“Io sì/Seen” attualmente in USA  è fra i brani più suonati nelle radio e la sua alchimia è frutto di un lavoro di squadra.

“La mia riconoscenza – dice Laura Pausini– va a Sophia Loren che ha scelto la mia voce. La canzone è nata in inglese ma, quando l’hanno provata sulle immagini, Edoardo (n.d.r. il regista Ponti) mi ha chiesto di cantare qualche frase in italiano. E poi Diane Warren stessa mi ha detto: “Proviamo a farla tutta in Italiano”.

La sfida  ampiamente vinta per la Pausini e Agliardi è stata quella di riscrivere il testo, mantenendo la stessa intensità e profondità della versione inglese, ma senza cambiare nulla della metrica del brano. Con Nicolò Agliardi – dice la cantante-  abbiamo lavorato al testo italiano per quasi un mese”.

La Pausini è la prima artista italiana a ricevere una nomination all’Oscar con un brano in italiano. “Mi sento orgogliosa di essere italiana e di vivere questo momento insieme a voi“, commenta l’artista.

La nomination agli Oscar è dedicata a suo padre, il primo a spronarla a sognare più in grande.

Questa nomination la dedico al mio babbo che probabilmente se la meriterebbe più di me. Ho cominciato con lui a casa quando ero piccola. Lui ha lavorato nelle orchestre, per tanti anni, anche al fianco di Raul Casadei che in questi giorni è nei nostri pensieri. Ad un certo punto il mio babbo ha lasciato la certezza della vita nelle orchestre, per  aprire una sua carriera, facendo pianobar con un suo collega. Una cosa che all’epoca nella nostra regione era nuova. Io vedevo che lui studiava e preparava tantissime canzoni. A me piaceva guardarlo in garage mentre provava tanti stili. E io l’ho conosciuta li la musica. Lui mi ha anche spiegato perché le canzoni sono importanti per la vita delle persone, perché vanno al di la della musica quando hanno un messaggio. E avevo otto anni quando mi ha insegnato questo”.

Alla domanda “Laura, e se dovessi vincere davvero l’Oscar?”, lei risponde:

“Se dovessi vincere non c’è un altro premio. Dobbiamo inventarlo noi! I miei compagni di scuola mi hanno scritto:  Ti  mancano solo le olimpiadi”.  E probabilmente quello delle Olimpiadi sarebbe davvero l’unico traguardo internazionale fuori dalla portata del talento della Pausini.

A pochi passi dall’Oscar, uno dei riconoscimenti più prestigiosi cui un artista possa ambire, la cantante romagnola dice di sentirsi “piccola” ma forse un po’ meno che a Sanremo.

“Quando mi chiama Pippo Baudo – spiega-  sento ancora un po’ di ansia. Quando parlo con Beyoncé  sono più tranquilla. Mi sento più piccola a Sanremo che quando sono all’estero insieme alle star”.

Quando le chiedono “come si costruisce una reputazione internazionale?”, la cantante spiega che dietro ogni suo successo c’è sempre stato tantissimo lavoro ma che nessun premio le è arrivato da qualcosa di costruito. Le cose nate con la spontaneità del vero entusiasmo sono quelle che nella sua carriera hanno davvero funzionato e continuano a funzionare.

E aggiunge: “Sono nata in un paese in cui ci sono i campi di pesche. Non sono stata capace di fare la vendemmia ma so cosa significa dentro darsi da fare. C’è da rimboccarsi le maniche e io lo faccio. Ho passato anni a chiedermi: come mai tutte queste cose belle proprio a me?  All’inizio mi dicevo di essere fortunata. Ma è chiaro che mi è stato dato questo dono, che è la mia voce, e quindi io mi devo dare da fare su tutto quello che con la mia voce posso fare. È un lavoro lungo, bellissimo, complicato. Ed è anche ciò che mi da questa grinta” .

La cantante vive ogni traguardo con grande gioia e mai come un punto di arrivo:

“Ogni volta che c’è una nomination per me non significa essere arrivata ma andare incontro a una situazione nuova che ancora non conosco. E quando qualcosa mi spaventa io mi butto. Il principio di cantare è sempre uguale, come quando ero nella mia mansarda di Solarolo e i miei vicini di casa ogni tanto suonavano per chiedermi di abbassare il volume, o come quando facevo pianobar per cento persone mentre cenavano”.

A chi la vorrebbe al Festival di Sanremo come direttore artistico, già nel 2022, la Pausini risponde: “No. Nel 2022 voglio pubblicare il nuovo album”.

Si commuove: “Mi mancano tantissimo i concerti, mi manca poter riabbracciare il mio pubblico. Ero abituata a stare a casa  solo per 20 giorni, in un anno, e adesso sono due anni che non viaggio”. E conclude: “Sanremo? Forse, un giorno, ma insieme alla Cortellesi”.

 

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